Dialogo
Dialogo con Maurizio Fadda
L’intervista ha avuto luogo il 16 Luglio 2010, a Nuoro, dopo un anno e sei mesi di conoscenza e di visite, alle riunioni del Gas “Pira Camusina”, al Mercatino del Bio in Piazza San Giovanni a Nuoro, nelle visita a varie aziende che fanno parte di BioSardinia, al presenziare di BioSardinia ad iniziative che si sono tenute in vari luoghi dell’isola: significativi incontri hanno avuto luogo ai mercatini mensili del bio di Sassari, all’intervento di Pira Camusina alla mostra “I semi del cambiamento” dell’Istituto Buddista Italiano (Sassari, 1/04/2009), alla presentazione del libroraccolta di poesie di Maurizio Fadda (Alghero, 23/04/2010), al corso di Permacultura tenutosi a Capo Comino (13-17/07/2010), al raduno degli eco-villaggi a Santu Lussurgiu (OR) in cui nascerà la rete “Ecosardi”(1-3/09/2010), al corso di Agricoltura sinergica tenutosi a Sassari (23- 25/10/2010). Io e Maurizio ci diamo appuntamento telefonico nella sede dell’Associazione, in Via Trento 62, non lontano da Nuoro vecchia. Appena arrivo in sede ci salutiamo e scambiamo informazioni, mentre monto sul cavalletto la telecamera ed aziono il registratore. Spiego a Maurizio cosa mi piacerebbe sapere del suo lavoro; entriamo subito in empatia.
Cucciari: Ringrazio Maurizio Fadda per aver concesso questa piccola intervista sui temi dell’agricoltura biologica, la conservazione delle sementi delle cultivar autoctone, sulla possibilità di un’economia agricola, locale e solidale. Maurizio, se vuoi, mi piacerebbe facessi una piccola presentazione di te stesso e di ciò che fai.
Fadda: Ciao, mi chiamo Maurizio Fadda. Direi che la cosa più importante da dire è che sono un agronomo e da sempre sono appassionato ai temi della ruralità; però in questi ultimi 15-20 anni mi sono appassionato in particolare ai temi dell’agricoltura biologica, della biodiversità e della produzione del cibo locale, oltre che della sempre maggior consapevolezza, prima come persona, poi come tecnico, che gli agricoltori stavano e stanno scomparendo, e che l’agricoltura è malata, come del resto gran parte della nostra società. Questa consapevolezza, consolidata e affinata in questi ultimi anni, mi ha portato ad appassionarmi a questi temi in maniera quasi tragica. Mi rendo conto di vederla come una lotta, quasi una battaglia, per cercare di recuperare il recuperabile e costruire qualcosa. Per questo che mi fa molto piacere quest’intervista, perché la tesi di una ragazza giovane che si interessa a questi argomenti per me è già un successo di tutti questi anni di impegno, forse probabilmente uno dei pochi concreti, a parte le poche cose che vi racconterò. Perché, appunto, l’unica speranza che abbiamo ancora, è che ci siano dei giovani che vogliano portare avanti in maniera concreta questo discorso.
Sono un insegnante, anche. Lo dico in seconda battuta. Insegnare è importante perché ci si trova a che fare con tanti giovani. Inoltre, insegnare mi piace, mi è sempre piaciuto, ed ultimamente l’ho visto come quasi una missione di trasmissione ai giovani, tartassati dalla televisione, da internet, ecc. Provo quasi lo spasmo di trasmettere loro che le cose fondamentali sono l’acqua, l’aria ed il cibo. L’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo e le persone con cui stiamo, queste pag. 3 sono le cose fondamentali. Tutto il resto è superfluo: quindi è chiaro che se l’aria, l’acqua ed il cibo sono inquinati, sarà inquinata anche la nostra vita. Questa è una consapevolezza che ho raggiunto da tempo, ed il fatto di insegnare è il senso di missione di trasmettere ai giovani queste cose che io, purtroppo, ho capito da grande. Ed ho una forte tensione a fare in modo che loro le capiscano molto prima di quando non le abbia capite io. Con questo non voglio dire che ho capito tutto, ma che ho visto, negli anni, che conduciamo una vita troppo lontana dai luoghi in cui viene prodotto il cibo e dalla natura. Pur non avendo terra, tutte le cose che faccio sono tese a quest’obiettivo: se non posso raggiungerlo io, è importante che i giovani, e più persone possibile arrivino a questo fatto, cercando la loro via, in maniera autentica.