Come è nata l’idea di creare un’associazione che si occupasse di conoscere e riequilibrare il nostro rapporto con madre natura?
Il desiderio di creare un’associazione, nasce dal mio desiderio personale di sentirmi parte integrante della natura stessa. La dicotomia uomo/natura è stata stretta per me, ad un certo punto della mia vita. Una sensazione profonda di appartenenza a questo bellissimo pianeta, mi ha spinto ad iniziare a cambiare il mio stile di vita ed ad approfondire e studiare aspetti di medicina naturale, comuni all’Ayurveda, alla medicina cinese, alla medicina mediterranea, all’est del mondo. Ma anche all’erboristeria sarda ed agli antichi metodi di guarigione che nella nostra terra son andati perdendosi, che coinvolgevano un lavoro di consapevolezza interiore e l’uso dell’intenzione, per cambiare gli aspetti emersi e visibili della realtà che viviamo ogni giorno. Lentamente ho applicato queste conoscenze alla mia vita, che è sbocciata in una direzione completamente nuova. L’aver sperimentato di persona il cambiamento e la rinascita, mi ha dato forza. Mi ha fatto pensare che un percorso di riappropriazione di queste conoscenze è possibile, anzi era forse la mia missione, ora, in questa terra.
Cosa propone e offre l’associazione per avvicinarsi ai tesori della natura?
Insieme agli operatori dell’associazione, professionisti ed appassionati, proponiamo corsi di vario genere. Per esempio il percorso porta avanti un corso di identificazione erbe spontanee, piante medicinali e flora autoctona e non. Insieme ai suoi allievi poi trasformano le erbe raccolte, in preparati erboristici che sostengono il benessere del corpo e dell’anima. In pratica non si aspetta più di ammalarsi, ma si lavora ogni giorno, in stretto contatto con la flora locale, per il mantenimento dell’equilibrio psico-fisico. È come un ribaltamento della medaglia. Quest’approccio avvicina anche i più scettici, perché è efficace ed effettivo, e i risultati si sperimentano sulla propria pelle. Poi vi sono i corsi che io tengo insieme a tanti altri operatori, di medicina ayurvedica e varie tecniche di massaggio olistico. Questo è già un passaggio successivo, per chi, oltre alla prevenzione e all’attenzione verso se stesso, trova il piacere di aiutare gli altri. E sostenerli in un percorso di accudimento che coinvolge tutti i livelli dell’essere, “olistico”. Un’altra socia fondatrice è Antonella Putzolu, che porta avanti diversi corsi di yoga e meditazione, il più possibile in natura, quando il tempo lo permette. Oppure si integra la meditazione con le escursioni riconoscimento erbe, o le camminate in natura. Infine vi è l’agricoltura ed il giardinaggio naturale. Sicuramente abbiamo bisogno di cura ed attenzione per vivere una vita ricca ed in pieno benessere, ma senza dubbio, abbiamo bisogno di mangiare, e di farlo svariate volte al giorno. Il tema dell’alimentazione e l’agricoltura, sono gli aspetti della vita che più radicalmente di connettono alla terra, alla natura. Vi è infatti un rapporto di interdipendenza tra noi e la terra che ci nutre, che è stato totalmente destrutturato dalla cultura del fast food e del Supermarket. Cerchiamo infatti di vivere delle verdure del nostro orto familiare, conservando i semi di stagione in stagione, e di sperimentare le decine di erbe edibili che abbiamo in Sardegna. Che ricchezza! Questo è quello che Gianpaolo offre nei propri corsi: la filosofia di interdipendenza con mamma terra, una parte tecnica in cui insegna “praticamente” a fare
un orto, spesso sinergico, o in generale, un orto che non ha bisogno di pesticidi e diserbanti, che non inquina e non sfrutta la terra, ma anzi, restituisce più di ciò che prende. Questo è il principio base dell’agricoltura sinergica, ed un segreto per essere alleati del pianeta e non suoi antagonisti. Così la vita sulla terra è garantita a lungo. Infine, l’associazione propone diversi altri corsi, come quello di saponificazione naturale e cosmesi. In questi laboratori e workshop possiamo imparare a trasformare la materia senza inquinare e supplire alle nostre esigenze quotidiane in maniera responsabile, ecologica, economica. Inutile dire che vivere con la natura ed in accordo con essa, coinvolge tutti gli aspetti della nostra esistenza. Perciò i corsi ed i laboratori si integrano l’un l’altro, fornendo, infine, una proposta alternativa a quella che la società contemporanea normalmente propone.
Il tuo rapporto quotidiano con la natura.
Domanda interessante…Non voglio ripetermi, in quanto la risposta alla domanda precedente risponde in parte anche a questa. Ma posso aggiungere che frequento quanto più posso la campagna. La vita per noi sarebbe impossibile senza la “natura”. Mangiamo il più possibile dal nostro orto e dall’incolto. Accogliamo i produttori del gruppo d’acquisto con i loro prodotti. Spesso facciamo pasta, pane, dolci, con la farina che acquistiamo in Sardegna, a Nulvi, per l’esattezza. Grano antico, non geneticamente modificato e coltivato in biologico.
Cerchiamo di curare i dettagli della nostra vita, ci laviamo con il nostro sapone e ci curiamo con i nostri rimedi. Certo, abbiamo ancora tante cose da imparare, e siamo ancora vincolati all’auto per spostarci e all’industria tessile per vestirci. Ma siamo aperti a nuove soluzioni e cerchiamo di utilizzare il più possibile i metodi di car sharing e creare mercatini di scambio e baratto ogni stagione per combattere la sovrapproduzione. Il resto lo fa l’amore che nutriamo l’uno per l’altro, e i tramonti e le albe, i fiori che sbocciano, gli uccelli che cantano, la frutta degli alberi.
Qual è il corso che proponete che più ti emoziona e incuriosisce?
È difficile da dire. Mamma Terra è composta da tanti esperti che offrono corsi in attività per le quali, in prima battuta, si sono emozionati personalmente. Diciamo che Mamma Terra Sardegna è un’associazione che ha accolto percorsi di vita, più che competenze. Chiaramente, ciò che mi emoziona di più è ciò che insegno, ma ogni operatore dell’associazione potrebbe rispondere ugualmente, se porgessimo loro questa domanda.
L’umanità ha già compromesso l’ecosistema o possiamo ancora recuperare un corretto e sano modo di vivere in armonia con l’habitat naturale del pianeta?
Certo che possiamo. Ne siamo testimoni ogni giorno, vedendo persone che si riprendono completamente, cambiando stile di vita. Vedendo terreni, che da aridi, riprendono ad accogliere la biodiversità naturale. La natura è infinitamente ricca. Non abbiamo, come essere umani, la possibilità di capire come la natura sia forte e generosa nel rigenerarsi. Quest’aspetto è incredibile e finiamo quasi nell’ambito del miracolo, tanto il linguaggio è incapace di descrivere la forza della vita. Possiamo tuttavia intuire quanto gli ecosistemi naturali siano in grado di rigenerarsi, fornendo evidenze e prove concrete. Non ho la speranza che un rapporto armonico sia possibile, ne ho la certezza. Diversamente, non farei quello che faccio.
Pensi che la strada della decrescita rappresenti una valida alternativa alla attuale società dei consumi?
Certamente. Per tutti noi il movimento della descrescita di Pallante e le tesi del sociologo francese Serge Latouche, sono stati di grande ispirazione. Pensare ancora che la crescita economica sia indice di benessere sociale (pil), è una follia. Forse son riusciti a farlo credere ai nostri genitori nel dopoguerra. Siamo perciò convinti che sia necessario invece decrescere, smettere di produrre e sovrapprodurre la quantità di beni che vengono ogni giorno immessi nel mercato, a costo di sfruttamento umano, della terra, degli animali. Ma bisogna dire che le tesi di Latouche, di Vandana Shiva, di Pallante, Ivan Illich e tanti altri… sono di matrice ghandiana. Il Mahatma Gandhi aveva predetto l’autosufficienza locale come soluzione, nei primi del ‘900, offrendo non solo bellissimi scritti, ma anche la propria stessa vita. In più noi sardi compartecipiamo una tradizione di umiltà, di rispetto della materia, di autosufficienza, di mutuo aiuto. La vita comunitaria in Sardegna era un assunto sociale. Il rispetto della vita e della terra un fatto culturale. Ancora abbiamo memoria di stili di vita organici alla terra. I miei genitori, per esempio, ci hanno trasmesso questo tipo di rispetto, che noi a lungo e specialmente negli anni del boom economico, abbiamo scambiato per povertà ed austerità dei costumi. Dunque spesso non abbiamo bisogni di guardare tanto lontano, ed abbiamo nelle nostre case, i nostri maestri.
Come ti immagini l’umanità tra 100 anni?
L’essere umano avrà capito, grazie alla diffusione di questa differente consapevolezza, che vivere è condividere e che sarà bene farlo in empatia con la natura. Si sarà ritornati alla terra, integrando tuttavia le nuove conoscenze. Non sarà certamente un ritorno all’età della pietra, ma una presa di coscienza universale. Le fabbriche e le multinazionali che continueranno ad inquinare, sfruttare gli animali, la terra e noi umani, verranno fermate, condannate per crimini contro l’umanità e la vita. Si lavorerà tutti, e si lavorerà meno…non per tirar fuori un vecchio slogan…ma per dire che solo capendo la gioia di un orto, si smetterà forse di comprare cibo con superficialità, come si fa ancora oggi. Ogni spazio verde sarà coltivato, fino alle terrazze delle case in cui viviamo. Le città verranno convertite in giardini commestibili. Orti pensili e orti sui tetti saranno ovunque. Le macchine spariranno, come concetto. Per le lunghe distanze si userà una efficientissima rete di trasporti pubblici, alimentati ad energia solare ed ecocompatibile. Condomini solidali, comunità del cibo, banche del tempo, grandi assemblee condotte con il metodo del consenso, tutto ciò che è condivisione condurrà la vita sociale. Riprenderemo a produrre i vestiti in ambito locale, recuperando l’uso del telaio. Fino al 1950 in Sardegna vi erano più di 50.000 telai attivi. Oggi sono poche centinaia. Avremo modo di recuperare le acque piovane e purificarle. Utilizzarle per uso alimentare e per gli orti. Ma le case saranno completamente ecosostenibili e saremo in grado di far ritornare alla terra i nostri “rifiuti”, invece di creare discariche insmaltibili. Che dire di più: sparirà la corruzione, le basi militari e le loro sperimentazioni d’armi all’uranio e non solo, la violenza su ogni scala. Useremo i talenti, ci piacerà cantare, ballare, suonare, scrivere, fare teatro. Mi immagino festival e celebrazioni del cambiamento e della rinascita, distribuiti durante tutto l’anno. Nei contesti multietnici, si farà ricchezza di religioni e filosofie millenarie, che in fondo compartecipano lo stesso messaggio di pace. Per il resto, per i disastri ambientali, il riscaldamento globale, gli ogm che si diffondono a macchia d’olio e ibridano le sementi dei nostri antenati…credo che la natura, con il nostro supporto, saprà rigenerarsi da sola. Credo nella immensa ed infinita forza d’autoguarigione della vita. Insomma, se mi chiedi di immaginare l’umanità tra 100 anni, è più o meno questo che vedo. E preferisco vedere in positivo. D’altronde, come diceva Fabrizio De André in una famosa intervista del 1988: “Un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci, sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura.”
Un aspetto positivo del tuo lavoro e uno invece negativo.
Un aspetto positivo è quello dei legami umani che si creano. Quando aiuti le persone a recuperare il loro benessere, vi son persone più felici al mondo, e si sa, la felicità è cumulativa. Un aspetto negativo è che le discipline olistiche non sono ancora totalmente riconosciute e parificate alla Bio-medicina. È stato difficile trovare la via burocratica per lavorare legalmente in accordo con le leggi italiane. Ma stiamo lavorando perché tali discipline possano entrare a pieno titolo nelle case e negli ospedali.
Cosa conta di più nei rapporti umani.
Il cuore. Non esito a dare questa risposta. Non vi è questione etica, morale, filosofica, scientifica, che non debba avere alla base l’amore per la vita, la compassione, il tentativo di intuire le ragioni dell’altro. Solo il cuore è capaci di entrare in empatia con tutte le forme di vita. Alla base di ogni cambiamento, sia interiore che sociale, vi è l’accettazione della situazione di partenza. E per accettare a volte ci vuole una buona dose di amore.
Cosa ti ricordi ogni giorno di dover fare, e che cosa invece di non fare.
Ho i miei piccoli rituali che mi aiutano a vivere in pienezza ogni giornata. Dal saluto al sole o i cinque tibetani, ogni mattina, alla telefonata quotidiana ai miei genitori, l’attenzione verso i miei figli. Non mi dimentico di prendermi cura del mio ambiente, della mia famiglia. A volte invece mi dimentico di riposare…questo lo devo ammettere.
Credi in qualche religione o filosofia?
Ho letto e studiato diversi testi sacri. Mi piace rileggerli e ripassarli. Non saprei scegliere e non ne vedo il perché. Sono una passionaria di preghiere ed invocazioni. Leggerle e studiarle mi è sempre parso affascinante. Ed è un po’ come seguire la storia umana nel pianeta, le esigenze ed i sogni di chi ha vissuto prima di noi. Insomma, mi piace l’idea di appellarmi alle divinità e ai santi di diverse religioni, all’occorrenza.
Hai un sogno ancora nel cassetto?
Hahhaha…ho un cassetto pieno di sogni. Il desiderio ed il sogno mi tengono viva, mi animano ogni giorno e mi fanno vivere con forza. Il desiderio diventa progetto e trasforma la realtà, dice il sociologo norvegese Johan Galtung.